“A corpo vivo”, un’opera di Anna Segre pubblicata da Marietti 1820, si presenta come un discorso amoroso articolato attraverso 84 poesie. Queste composizioni, benché distinte, formano insieme una sola frase continua, espressa come un unico flusso fino alla fine. L’opera è descritta come una tela senza giunte, dove l’interpunzione è utilizzata meramente per prendere fiato. Il libro rappresenta un viaggio nei meandri del pensiero, nell’intimità dello sperare e del volere, ma anche un audace tentativo di varare una caravella, simbolo di avventura e scoperta.

Il concetto della caravella evoca l’immagine di un oceano un tempo percepito come una montagna d’acqua inaffrontabile, un ostacolo che si poteva aggirare solo seguendo la costa. In questo contesto, Segre esplora il tema dell’amore come una sfida coraggiosa, un’avventura intrapresa nonostante i pericoli. Si pone la domanda provocatoria: “C’è qualcosa di più rischioso che amare davvero qualcuno?”

Una recensione sul sito “Il paese delle donne on line” fa riferimento a Petrarca come modello per l’autrice, descrivendo il libro come un’esplorazione della gioia e della sofferenza, e suggerendo che il tema principale possa essere un amore non ricambiato.

Le recensioni online sottolineano ulteriormente la natura rivoluzionaria dell’amore esplorato nel libro. Viene descritto come una forza inafferrabile e incommensurabile, che sfugge alle definizioni e si manifesta in forme diverse per ciascun individuo, sfidando ogni tentativo di controllo da parte di sistemi religiosi, statali o etici. Franca Alaimo, nella prefazione, enfatizza l’ineliminabile conflitto in ogni relazione d’amore e il desiderio di una fusione fisica assoluta, usando metafore naturali per descrivere la vastità e mutevolezza del sentimento amoroso.